Intervista alla Dott.ssa Olga Chiaia

Per la realizzazione dell’articolo di oggi, ho avuto il piacere di intervistare una grande professionista che lavora da anni nel campo della socializzazione e delle relazioni di amicizia. Sto parlando della Dott.ssa Olga Chiaia, Psicologa Psicoterapeuta cognitivo comportamentale.

Molte delle domande che ho rivolto ad Olga sono state suggerite dai lettori di AmiciziaVera.com che hanno partecipato al nostro sondaggio.

Intervista ad Olga

Marco: Ciao Olga, sicuramente moltissimi dei lettori di AmiciziaVera.com ti conoscono per tuo libro, che suggerisco nella sezione delle Risorse Utili: Uscire dalla solitudine – Dietro le nuvole, l’amicizia e l’amore. Ti va di raccontare brevemente la tua storia e quella di questo libro?

Olga: Ho incontrato la solitudine diverse volte, ma quando mi sono trasferita in una piccola città del nord dove non conoscevo nessuno è stato il periodo in cui più mi è pesata. Avevo due bambini molto piccoli, e nessuno con cui parlare. Come spesso succede, ho cominciato a pensare che fosse colpa mia, a deprimermi, a sentirmi esclusa. Poi ho cominciato a osservarmi, e anche ad ascoltare le storie dei pazienti che incontravo, i quali erano spesso altrettanto soli, pur avendo magari molte relazioni. E mi è venuta voglia di scrivere un libro che potesse rincuorare e incoraggiare a non vergognarsi della solitudine, ma a capirla e uscirne. A conservare uno spazio di solitudine felice, ma a poter godere di contatti nutrienti.

Marco: Al giorno d’oggi si potrebbe tranquillamente vivere stando davanti al computer, senza avere la necessità di conoscere assolutamente nessuno. Per quale motivo le relazioni di amicizia sono ancora così importanti?

Olga: Abbiamo bisogno del linguaggio non verbale, di praticare quella danza appresa sin da piccoli in cui si sorride a chi ci sorride, si percepisce l’altro attraverso odore, sguardo, tono di voce, postura. È un tipo di comunicazione molto profonda, nessun contenuto che non coinvolga i cinque sensi può uguagliarne l’intensità.

Marco: Secondo te, esiste un motivo in particolare per cui ci sono così tante persone che soffrono di disturbi legati alle relazioni sociali? È un problema che è sempre esistito o è una caratteristica esclusiva dei tempi moderni?

Olga: C’è chi ha dei problemi relazionali per una storia personale che non ha consentito di costruire autostima e fiducia, ma per molti la causa è legata al modo in cui sono organizzate oggi le città, i ritmi di lavoro e le priorità. Il fenomeno dell’isolamento è in crescendo, i paesi occidentali sono il terzo mondo delle relazioni, prevale diffidenza, giudizio, opportunismo. E si muore di solitudine senza a volte neanche capire che il problema è quello, e non la depressione, o le difficoltà economiche, che magari ci sono ma vengono di conseguenza, o in parallelo.

Marco: Può capitare, magari a causa di un cambiamento radicale nella propria vita, come una separazione o un trasferimento, di rimanere senza amici. Quali consigli daresti ad una persona che deve ricominciare da zero?

Olga: Il periodo storico non facilita, soprattutto al nord, l’inclusione, e anche l’età e l’apparenza non dovrebbero contare ma pesano. Quindi, è bene non scoraggiarsi, e seguire la propria curiosità: andare a tutte le riunioni, corsi, eventi che possano interessare anche solo un po’, osservare, fare piccoli gesti di gentilezza gratuita, sorridere, e magari anche fare qualche discreto invito. Credo sia importante poter dichiarare la propria situazione di pesci fuor d’acqua, senza imbarazzo, e senza dover necessariamente raccontare dettagli privati. L’autenticità è un elemento importante.

Marco: Ci sono casi in cui, nonostante ci si impegni tantissimo, un gruppo di amici non sembra coinvolgerti quanto vorresti. Devi essere sempre tu a farti sentire altrimenti non vieni mai invitato. C’è qualcosa in particolare che si può fare per far nascere l’interesse che manca?

Olga: Si può provare a organizzare noi qualcosa e invitare gli altri; si può chiedere espressamente a una persona specifica del gruppo di chiamarci tutte le volte che vanno al cinema, ad esempio, perché ci interessa molto, oppure perché siamo in un periodo buio, o perché ci fa piacere uscire con loro.
Se però, nonostante ciò, non veniamo mai chiamati, è bene verificare se c’è un motivo ( a volte banale, tipo che ognuno crede che ci penserà un altro, o l’idea che “se vuole si fa sentire lui”); e se la nostra sensazione di esclusione è una paranoia dovuta alla nostra solitudine e insicurezza (spesso è così) o una realtà, da comprendere.

Marco: Ci hanno sempre detto che i veri amici debbano apprezzarci per quello che siamo, ma a volte il nostro carattere rende le cose davvero molto difficili. È giusto cambiare noi stessi per venire incontro alle esigenze degli altri o dobbiamo legarci solamente a quelle persone che ci apprezzano per quello che siamo?

Olga: Secondo me è necessario andare incontro alle esigenze altrui, accordarsi come uno strumento musicale a un altro; ma rimanendo sempre se stessi, senza mai forzarsi o rinunciare ai propri valori. Ci sono amicizie in cui possiamo sentirci più liberi, e altre in cui dobbiamo tener più conto delle caratteristiche dell’altro, cambiare qualche abitudine, condividere solo qualche aspetto di noi e non tutto. Sono preziose tutte.

Marco: Qual è l’atteggiamento mentale più adatto quando si tratta di relazioni di amicizia? In altre parole, come dobbiamo porci nei confronti dei nostri amici o potenziali amici?

Olga: L’atteggiamento ideale è quello aperto e affettuoso, di chi è interessato all’altro ma centrato su se stesso, quindi capace di venire incontro ma anche di essere autentico e poter dire dei no. Essere sinceri e gentili, non giudicare, non fare i conti di chi chiama di più: non è un dare e avere, siamo liberi e questo è il bello delle amicizie.

Marco: I media tendono a farci credere che per piacere agli altri bisogna essere perfetti o per lo meno sembrarlo. E molto spesso questa ossessione per la perfezione crea uno spiacevole senso di inadeguatezza che ci rende difficile fare amicizia. Quanto è importante liberarci dall’ossessione del giudizio degli altri per vivere meglio le nostre amicizie?

Olga: Direi che il senso di inadeguatezza è uno degli ostacoli principali! E ce l’abbiamo proprio tutti, ma lo nascondiamo come meglio possiamo. Dietro a vestiti, trucchi, ruoli sociali, allegria posticcia.
E se non ci riusciamo, perché noi per primi ci giudichiamo, e ci condanniamo (troppo grassa, non lavoro, non ho una laurea, non sono brillante) finiamo con l’evitare di esporci a situazioni sociali, con la scusa della stanchezza, preferendo la tv o le chat. Quando non si ha la tentazione di doparsi con qualche sostanza, o almeno con l’alcol. Uscire da questo atteggiamento pericoloso è difficile, con le pubblicità di amici perfetti in salotti perfetti, e con la sensazione di vulnerabilità che la solitudine dà, distorcendo la percezione, per cui gli altri sembrano sempre più fighi, e noi gli unici imperfetti, difettati. Ma smantellare tutto ciò è meraviglioso! Si scopre che infine la maschera della perfezione rende soli, magari invidiati ma soli, che “tirarsela” allontana gli altri e avvicina solo dei succubi, mentre condividere il nostro vero essere, con tutte le sue unicità, difficoltà e peculiarità ci rende insostituibili.

Marco: Grazie Olga per questa intervista. Ti va di dare un ultimo suggerimento ai lettori di AmiciziaVera.com?

Olga: Il rapporto più importante è quello con se stessi: sinché non imparate a trattarvi con amore, a valorizzarvi, a rispettarvi, le relazioni con gli altri saranno instabili e ansiogene. Non giudicatevi, accettate le imperfezioni che non potete cambiare, e limate con gentilezza quelle che vi ostacolano.
Osate. Rischiate. Abbracciate la vostra timidezza, la paura del rifiuto, i preconcetti su voi stessi e sugli altri, e avvicinatevi al prossimo, che infine è spesso come voi (ma da fuori non si vede).

Firma Marco Lombardo

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