Intervista a Stefano Mini di MindCheats.net

Continua la serie di interviste a personaggi legati al mondo della socializzazione. Oggi ho il piacere di fare quattro chiacchiere con Stefano Mini, amministratore del sito MindCheats.net.

Stefano ha una grandissima passione per tutto ciò che riguarda il cervello umano e il suo funzionamento pratico.

Ho deciso di intervistarlo per cercare di imparare da lui qualche tecnica per ottenere il massimo dalla nostra mente ed affrontare al meglio il percorso che ci permetterà di ottenere la vita sociale che desideriamo.

Intervista a Stefano

Marco: Ciao Stefano! Che ne dici di raccontare brevemente ai lettori e alle lettrici di AmiciziaVera.com chi sei e di che cosa parla il tuo sito?

Stefano: Sono una persona che cerca la risposta a un problema: come essere felice. Sono uno che sperimenta, prova, fallisce e riprova. Continuo a cambiare, continuo a migliorare. Mindcheats è lo spazio personale nel quale condivido le mie riflessioni e le mie scoperte, con l’obiettivo di aiutare qualche internauta a vivere un po’ meglio. Non sono quel guru della crescita personale che ha una vita perfetta e vuole insegnarti a diventare il singolo essere umano più felice del pianeta: ho i miei problemi e li affronto come posso, a volte fallisco, a volte sbaglio. Ma è così che si imparano cose nuove, giusto?

Marco: Leggo dalla tua biografia che ti sei trasferito negli Stati Uniti. Posso immaginare che, nel momento in cui hai iniziato la tua esperienza oltreoceano, tu abbia dovuto costruire da zero un nuovo circolo sociale. Come hai affrontato questa situazione?

Stefano: Non è difficile. Sono venuto qui in un grosso gruppo di ragazzi, nessuno dei quali conosceva gli altri. Siamo tutti partiti da zero, quindi è stato facile legare. Anzi, è molto più semplice conoscere nuova gente in questo modo piuttosto che inserirsi nelle dinamiche sociali già consolidate di un gruppo. In altre parole: tutti avevano bisogno di crearsi un gruppo sociale, non solo io. È stato divertente. In più non è la prima volta che mi succede: ho studiato per 6 mesi in Lettonia, in più ho partecipato ad altri progetti dell’Unione Europea dove tutti eravamo nella stessa situazione. Incontrare culture diverse, capirsi in inglese, imparare che in Bulgaria scuotere la testa significa sì e annuire significa no: sono tutte cose che ti fanno crescere come persona.

Marco: Come ben sai, è difficile migliorare la propria vita sociale stando sul divano a guardare la televisione. Hai qualche suggerimento da dare ai lettori di AmiciziaVera.com per trovare e mantenere la motivazione per uscire di casa e fare nuove amicizie?

Stefano: La motivazione viene quando la differenza fra piacere e dolore è positiva. Il piacere di conoscere nuove persone, fare qualcosa che piace, stringere nuove amicizie; il dolore di uscire di casa, andare oltre la zona di comfort, rischiare brutte figure. Se il piacere supera il dolore, l’inconscio decide di mettersi in moto. Questa è motivazione. Se stai sul divano, significa che associ più dolore che piacere all’atto di uscire di casa. In questo caso è più facile usare la leva del piacere: non uscire per “incontrare gente”, esci per fare qualcosa che ti piace. Vai a sparare al poligono, vai a giocare a calcio, a bere al bar, ai go-kart, a fare un massaggio. Esci e cerca di interagire con le persone, anche per 30 secondi: l’uomo è un animale sociale, è fatto per vivere in gruppo.

Marco: Molto spesso la paura ci impedisce di socializzare con persone che non conosciamo. Come possiamo fare per evitare che le troppe preoccupazioni ci blocchino nel fare ciò che desideriamo?

Stefano: Qui torna il problema del piacere e del dolore di cui ho appena parlato: il dolore supera il piacere e ti blocca. Ridurre il dolore significa ampliare la zona di comfort, andare oltre, fare quello a cui non sei abituato. Nella mia esperienza, il metodo migliore è quello incrementale: fai un passettino alla volta, con calma. Scrivi una serie di passi che ti mettano un po’ a disagio, ma non troppo. Ogni volta che esci dalla zona di comfort, la espanderai. In altre parole: più interagisci con le persone, più bravo diventerai a interagire con le persone. Allenati con i passi che ho spiegato poco sopra, andrai piano piano sempre più lontano dalla tua zona di comfort e migliorerai. Ricorda sempre: l’uomo è un animale fatto per vivere in società. È programmato fin dentro il DNA per trovare piacere nell’interazione positiva con gli altri.

Marco: Quando si parla di fare amicizia, a volte capita di rimanere delusi dal comportamento di persone poco corrette. C’è un modo intelligente per voltare rapidamente pagina ed evitare di piangere troppo sul latte versato?

Stefano: Se qualcuno conosce la risposta a questa domanda, me lo faccia sapere. Per ora, la mia risposta va dal “non lo so” al no. Sono una persona che cerca di risolvere i problemi della vita, non un mago che ha la soluzione a tutti i problemi: questo ancora non sono riuscito a risolverlo.

Marco: Come in ogni percorso di auto-miglioramento, anche quando si parla di socializzazione è necessario avere ben chiaro ciò che si vuole ottenere. Ti va di suggerire ai nostri lettori qualche tecnica per definire degli obiettivi in modo efficace?

Stefano: Bella domanda. Il primo passo per definire un obiettivo è verificare che sia realizzabile: diventare il primo uomo su Marte è bello, ma difficile. Un obiettivo troppo distante fa crollare la motivazione, il secondo ingrediente più importante nella ricetta di un buon obiettivo: devi essere motivato a fare qualcosa subito, in questo esatto momento. Non domani, non fra un’ora, non fra un minuto. Adesso. Se non senti questo impulso, il tuo obiettivo non è abbastanza motivante. Se non lo senti tutti i giorni, il tuo obiettivo non è abbastanza motivante. Sempre per migliorare la motivazione, fai sì che l’obiettivo sia misurabile. “Diventare più bravo con le persone” non è un obiettivo valido, perché non lo puoi misurare. Conoscere 30 persone per nome è misurabile, va meglio: devi riuscire a tenere traccia dei progressi per motivarti. In più datti una scadenza vicina nel tempo e fai di tutto per rispettarla: conoscere 30 persone per nome in un mese. Se non hai una data precisa entro la quale completare l’obiettivo, l’inconscio pone un automatico “quando i maiali voleranno nello spazio”.

Marco: Chiudiamo questa intervista con una domanda personale. Ti consideri un lupo solitario o ti piace passare la maggior parte della tua giornata in mezzo alla gente?

Stefano: Non sono mai stato a mio agio nei grandi gruppi, ad oggi preferisco trovarmi con poche persone selezionate. Punto alla qualità, più che alla quantità. Questo non significa che non sono socievole: socievole non significa conoscere un milione di persone e andare a feste con mille invitati, significa essere a proprio agio con la gente. Avere un circolo di amici ristretto ha i suoi vantaggi, è inutile seguire lo stereotipo del maschio popolare. Da distinguere però amici e conoscenze: conoscere tante persone anche solo di vista è importante, perché isolarsi dal mondo è il miglior modo per non vivere affatto.

Firma Marco Lombardo
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